Avete notato che i professionisti usano due tecniche diverse per eseguire lo swing in avanti del dritto?
Alcuni fanno scendere la racchetta con il piatto corde quasi perpendicolare al campo di gioco (Del Potro e Halep, ad esempio) mentre altri (come Federer e Stosur) tengono il piatto corde orizzontale, quasi parallelo alla superficie del campo.
Il movimento di Simona Halep messo a confronto con quello di Federer. Se non conoscete i pro e i contro di ciascuna tecnica e siete curiosi di sapere quale consiglio di eseguire ai dilettanti, continuate a leggere l’articolo.
La posizione del polso stabile
Prima di spiegarvi i diversi modi in cui muovere la racchetta e i polso nell’esecuzione del dritto, voglio spiegarvi cosa intendo per “polso stabile”. Il polso è stabile (o solido) quando è completamente aperto e rilassato.
Il polso diventa stabile in un determinato momento dello lo swing in avanti…
Durante lo swing in avanti consideriamo il polso stabile e rilassato quando si posiziona a circa 90° rispetto all’avambraccio e così rimane fino all’impatto con la palla.
… e la sua posizione resta fissa fino al momento dell’impatto.
Per far capire al giocatore che aiuto può dare un polso stabile e solido in questa posizione, gli faccio allungare il braccio in avanti mentre tiene la racchetta con l’impugnatura del dritto. Poi spingo la racchetta contro di lui, tenendola con due mani dall’impugnatura.
Avete notato che i professionisti usano due tecniche diverse per eseguire lo swing in avanti del dritto?
Dall’attacco alla difesa
Successivamente chiedo al giocatore di aprire le dita e spingo di nuovo la racchetta contro il suo palmo.
Con un polso completamente aperto e rilassato non avrete bisogno di stringere l’impugnatura per opporre resistenza all’impatto.
In questo modo il giocatore capisce e sente davvero che in questa posizione il polso è stabile e “forte” e che non deve necessariamente stringere forte la racchetta o contrarre i muscoli della mano e del polso per darle stabilità (ciò che probabilmente ha sempre fatto finora).
Se il polso non si apre completamente, ossia non raggiunge la distensione totale, il giocatore è costretto a dare stabilità al polso stringendo l’impugnatura e i muscoli al momento dell’impatto. Di conseguenza il giocatore perderà sensibilità con la mano e flessibilità nel polso (che si può ancora muovere attorno al suo asse). Perdendo flessibilità nel polso, il giocatore perde anche la capacità di colpire la palla in modo preciso e dandole spin e di effettuare eventuali aggiustamenti finali al momento dell’impatto, nel caso fossero necessari. Tutte cose impossibili con un polso bloccato e in tensione. Tenete presente che il vostro polso potrà essere completamente rilassato solo se colpite la palla davanti a voi in modo che l’avambraccio e il polso formino un angolo di circa 90 gradi (o se preferite una lettera L).
In questo caso il polso avrà raggiunto una posizione davvero stabile e non potrà piegarsi ulteriormente all’indietro per il modo in cui il braccio, le ossa e i tendini della mano sono strutturati. Quando questo accade, non serve fornire quasi nessun tipo di tensione aggiuntiva per stabilizzare il polso e quindi la racchetta. In questo modo la naturale scioltezza e flessibilità del polso può essere utilizzata per lavorare la palla con maggiore sensibilità e controllo.
Lasciare che il polso assuma la posizione di stabilità senza forzare
Quando durante le lezioni e guardando i professionisti in slow motion, i giocatori capiscono l’importanza di colpire la palla con un polso rilassato e completamente disteso, il principale errore che solitamente commettono è quello di provare a copiare esattamente il movimento che vedono eseguire dai migliori al mondo.
Se aprite il polso completamente troppo presto (durante l’apertura), perderete l’effetto elastico che si verrebbe a creare lasciandolo andare indietro prima dell’impatto.
È importante sapere che, indipendentemente dalla tecnica che userete nello swing in avanti, il polso deve aprirsi a 90° da solo. Dobbiamo lasciare che si apra spontaneamente.
Uno dei modi in cui mostro ai giocatori questo concetto è il seguente: mi posiziono dietro di loro e li afferro per l’avambraccio. Chiedo al giocatore di tenere morbido il polso e poi inizio a scuotere il braccio, prima all’indietro lentamente e poi velocemente in avanti. Ci posizioniamo inoltre vicino alla rete in modo che, eseguendo il movimento in avanti del dritto, il giocatore arrivi a colpire la rete (nel teorico punto d’impatto con la palla) con il polso morbido.
In questo modo il giocatore può capire come il polso si dovrebbe aprire per diventare stabile in modo naturale a causa del peso della racchetta e dal cambio di direzione che ho creato col mio movimento.
Il giocatore riesce anche a sentire la forza con cui va a colpire la rete anche senza dover aggiungere potenza e tensione muscolare.
La cosa più complicata di questo movimento è riuscire a rilassare il polso a sufficienza per farlo distendere completamente in modo naturale per poi fermarsi e dare solidità al colpo.
L’altra difficoltà è riuscire a farlo mentre state eseguendo lo swing in avanti.
La maggior parte dei tennisti dilettanti fa l’esatto contrario!
Mentre eseguono il movimento in avanti del dritto, iniziano a contrarre i muscoli del braccio e del polso per colpire la palla più forte. In questo modo il polso non sarà rilassato e non riuscirà ad aprirsi completamente. La mancanza di scioltezza nel polso e nel braccio, renderà difficoltoso anche riuscire a dare spin alla palla girando il polso verso l’alto; non riusciranno ad aggiustare il movimento per colpire le palle più difficili e a sentire la potenza della forza elastica prodotta dal movimento del polso quando si richiude.
La soluzione a questo problema è l’esatto opposto di quello che l’intuito ci suggerirebbe e questo è il motivo per cui la maggior parte dei giocatori non riesce a trovarla.
Invece di cercare di fare di più (usare più forza muscolare per dare più potenza al colpo), dovete cercare di fare meno: cioè dovete rilassare maggiormente i muscoli del polso durante lo swing in avanti.
Se eviterete di contrarre i muscoli, il polso si aprirà a 90° in modo spontaneo. Inizierete a sentire meno la necessità di stringere forte l’impugnatura pur avvertendo la solidità del polso e sentendo di avere il controllo della racchetta.
Dalla posizione di apertura del polso completamente rilassato, anche i muscoli dell’avambraccio si distenderanno per poi scattare in senso opposto, dando maggior potenza al colpo.
Questo meccanismo avviene soltanto se lasciamo che il polso si distenda in modo naturale e rilassato.
Dobbiamo lasciare che il polso cada all’indietro spontaneamente e senza forzare il movimento o renderlo intenzionale.
La racchetta che scende con il piatto corde perpendicolare o parallelo al campo di gioco.
Ora che ho spiegato cosa intendo per polso stabile, cerchiamo di capire quali sono i due modi più usati far scendere la racchetta dopo l’apertura del dritto e cosa ognuno di essi comporta.
MOLTO IMPORTANTE: Il movimento di discesa della racchetta non segue una linea perpendicolare, si tratta sempre e comunque di un’oscillazione, perché il corpo sta ruotando. Vi consiglio anche di dare un’occhiata all’articolo sul “Movimento oscillatorio universale” per capire bene questo concetto.
Notate che nell’esecuzione del dritto la racchetta si abbassa con il bordo rivolto verso la superficie di gioco (piatto corde verticale) solo se avete un’impugnatura eastern o semi-western (un po’ più chiusa).
Mentre se avete un’impugnatura western, dopo l’apertura la racchetta scenderà sempre con il piatto corde parallelo al campo di gioco. (la faccia della racchetta guarda il terreno)
La racchetta che scende con il piatto corde perpendicolare al campo.
In questo tipo di “discesa” della racchetta, il polso è da subito in una posizione molto stabile.
Quando la racchetta è parallela alla linea di fondo e alla rete, il polso si trova in una posizione di grande solidità. Non si muove molto e resta aperto e rilassato mentre il giocatore ruota in avanti i fianchi.
Far scendere la racchetta con il piatto corde perpendicolare al campo di gioco come fa la Halep, stabilizza il polso già all’inizio dello swing in avanti.
Questo tipo di movimento ci fornirà la sensazione di avere un piatto corde molto stabile e quindi di poter controllare meglio il colpo. La racchetta manterrà più o meno la stessa inclinazione dalla fine dell’apertura all’impatto con la palla. Ci sentiremo in questo modo più in controllo del nostro dritto.
Siccome la racchetta è già con l’inclinazione giusta per colpire la palla, abbiamo un buon margine di errore per quanto riguarda il timing al momento dell’impatto. Quando colpiamo la palla leggermente in ritardo (situazione molto ricorrente tra i non professionisti), abbiamo comunque la racchetta già inclinata nel modo giusto e il polso in posizione corretta per dare la necessaria stabilità al colpo, per cui riusciremo ad effettuare un tiro che risulterà comunque abbastanza buono.
La racchetta che scende col piatto corde parallelo al terreno di gioco.
Quando facciamo scendere la racchetta con il piatto corde parallelo al terreno di gioco come fa Roger Federer, il polso non sarà da subito in posizione di stabilità e il piatto corde non avrà l’inclinazione adatta a colpire la palla dall’inizio dello swing.
Il modo in cui Roger Federer fa scendere la racchetta non fornisce stabilità al polso fin dall’inizio dello swing in avanti.
Mentre continuiamo il movimento in avanti, il polso inizia ad aprirsi all’indietro. Allo stesso tempo inizia a ruotare leggermente, modificando leggermente la chiusura totale della testa della racchetta.
Per circa metà della durata dello swing in avanti il polso non è in posizione di stabilità e il piatto corde non ha l’inclinazione corretta per impattare la palla!
Il polso diventa stabile alla fine dello swing. In questo dritto di Roger Federer succede a circa 0,08 secondi prima dell’impatto.
Solo in questo momento dello swing in avanti il polso di Roger Federer si posiziona in modo da colpire la palla in posizione di stabilità.
Il motivo per cui vi faccio notare il momento preciso in cui il polso va nella posizione corretta per colpire, è per farvi capire quanto sia complesso giocare a tennis e quanto debba essere precisa l’esecuzione dei colpi e il timing per colpire la palla al momento giusto e con la testa della racchetta posizionata correttamente.
Fate partire un cronometro (va bene anche quello del cellulare) e fermatelo il più velocemente possibile per vedere se riuscite a fermarlo entro un decimo di secondo.
Ecco il lasso di tempo in cui Federer ha il polso nella posizione ottimale per colpire correttamente la palla.
Io sono in grado di eseguire questo tipo di dritto, ma riesco a capire quanto sia difficile per me, perché sento che la racchetta raggiunge molto tardi la posizione giusta e che il mio polso è un po’ traballante, poco stabile, perché l’ho dovuto tenere libero e non bloccato per quasi tutto il movimento in avanti.
Questa tecnica di esecuzione del dritto dà però al giocatore la possibilità di accelerare maggiormente la testa della racchetta, perché il polso è più libero di muoversi.
Tuttavia, pur garantendo maggiore potenza, questa tecnica crea anche un maggior margine di errore.
Tutto ciò lo potrete notare andando avanti di qualche fotogramma nel video sul dritto di Federer e osservando in quale momento la sua racchetta assume la posizione giusta per colpire la palla. Sembra quasi perpendicolare solo a 0.02 secondi prima dell’impatto, ma forse addirittura qualche fotogramma più avanti.
Federer allinea la racchetta correttamente solo 0,02 secondi prima di colpire la palla (o persino più tardi).
Per cui se Roger fosse arrivato tardi sulla palla di soli 2 centesimi di secondo, la palla sarebbe finita a rete. Questo avviene perché per la maggior parte dello swing in avanti il piatto corde resta chiuso (parallelo alla superficie del campo) e inizia a posizionarsi in modo perpendicolare solo pochi istanti prima dell’impatto.
Se anche voi avete provato a eseguire il dritto in questo modo e avete notato che gli errori diventavano tanti, ora sapete il perché. Con soli due centesimi di secondo di ritardo, la vostra racchetta non era nella posizione corretta per colpire.
Se osserviamo invece la tecnica usata da Simona Halep, che fa scendere la racchetta con il piatto corde più perpendicolare, possiamo notare che il suo polso è già in posizione di stabilità 13 centesimi di secondo prima dell’impatto e il suo piatto corde è già allineato nel modo corretto.
Il polso e la racchetta di Simona Halep si posizionano già in modo corretto per colpire la palla nella parte iniziale dello swing.
Con questa tecnica il dritto di Simona avrà un po’ meno potenza, ma molto più controllo e un maggiore margine di errore.
Un’analogia che mi piace usare è quella con le auto veloci. Se aveste mai la possibilità di provare a guidare una Formula 1, probabilmente finireste per fare un incidente nel giro di pochi secondi. Quel tipo di macchina avrebbe troppa potenza e non riuscireste a controllarne la velocità. Solitamente guidate attorno ai 100 km all’ora e siete quindi abituati a controllare un’auto che viaggia a questa velocità. Una Formula 1 invece raggiunge facilmente i 200 km/ora. Per imparare a controllare un’auto così veloce e potente, dovreste aumentare la velocità in modo graduale. Vi dovreste allenare per mesi e probabilmente per anni per imparare a controllare un’auto che va ai 200 all’ora. Lo stesso vale per questa tecnica moderna per eseguire il dritto utilizzata da Federer, Dimitrov, Stosur e molti altri. Questi professionisti si allenano intensamente da quando erano bambini e sono diventati così bravi a eseguire il dritto che riescono a controllarne la potenza straordinaria e quindi a tenere in campo la palla.
Quello che voglio mostrarvi confrontando la tecnica di Federer e quella della Halep, è anche quanto sia più semplice quella eseguita da Simona e quanto maggiore margine di errore consenta. La tecnica utilizzata da Roger Federer dev’essere eseguita alla perfezione in un lasso di tempo estremamente limitato, per cui risulta molto difficile da eseguire senza il tipo di allenamento eseguito da un professionista. Ma se state già usando questo tipo di tecnica e vi trovate bene, allora continuate pure senza problemi. Probabilmente la vostra mente è in grado di calcolare il timing di questo tipo di colpo difficilissimo, per cui potete procedere in questo senso. Se volete dare solo un po’ più di stabilità al colpo, cercate di aprire leggermente il polso mentre fate scendere la racchetta. In questo caso la racchetta non sarà completamente parallela al campo da gioco prima di far partire il movimento in avanti, ma la testa della racchetta sarà leggermente indirizzato verso l’alto. Questo vi aiuterà a non esagerare con il movimento del polso al momento dell’impatto.
La tecnica estrema usata da Jack Sock (la racchetta “rigirata”)
Possiamo anche vedere un’ultima variazione sull’esecuzione del dritto usata anche da Roger Federer, ma molto più evidente nel tennis di Jack Sock. In questo caso la punta della racchetta è sempre rivolta in avanti fino quasi alla fine dell’apertura, quando improvvisamente cambia direzione con un giro di 180 gradi mentre inizia a scendere, solitamente con il piatto corde parallelo al terreno di gioco. Questa tecnica viene spiegata bene nel video qui sotto. Viene anche fatto un raffronto tra il movimento di Jack Sock e quello di Roger Federer.
Questo movimento che rigira completamente la testa della racchetta, fa allungare ancora di più i muscoli dell’avambraccio, creando un effetto elastico di allungamento e un successivo scatto di ritorno. Di conseguenza il polso e la testa della racchetta vengono accelerati ad un livello altissimo. Roger Federer usa questa tecnica quando riceve una palla molto lenta che vuole accelerare imprimendo tanta potenza.
Anche Roger Federer usa questa tecnica davvero estrema quando ha il tempo necessario per farlo.
Se riceve una palla veloce e non è nella posizione migliore, non proverà di certo ad accelerare la testa della racchetta in modo così estremo, ma cercherà più di controllare la palla. Questa tecnica è ancora più difficile e non la consiglierei a un giocatore non professionista.
In definitiva spero che questo raffronto tra i vari modi di eseguire lo swing in avanti del dritto, vi abbia aiutati a capire come funziona questo movimento in termini di fisica e biomeccanica e a capire i pro e i contro di ciascuna delle tecniche.
So che venite bombardati da articoli e video su “Come giocare come i professionisti”, ”Eseguire un dritto come Roger Federer” e “Tirare un dritto più potente”, ma vi chiedo di usare del buon senso e capire se chi gioca a tennis nel tempo libero possa davvero utilizzare certe tecniche sofisticate e complesse senza allenarsi come fanno i professionisti. Se certi colpi si potessero imparare soltanto guardando un video di YouTube non sarebbe giusto, non pensate?
I professionisti si allenano come minimo 3-4 ore al giorno da 10 anni, per cui è proprio poco probabile che a voi basti carpire delle informazioni segrete da qualche video che analizza il movimento di Federer per recuperare la differenza tra voi e lui. Non credo verosimile che qualche settimana di allenamento con questa tecnica di esecuzione vi possa portare a primeggiare così facilmente su tutti i tennisti del vostro circolo.